domenica 1 giugno 2008

La Pietas di Roma Antica e la violenza cristiana

Ho caricato il commento al quarantotesimo paragrafo dell’enciclica Spe Salvi di Ratzinger:

http://www.stregoneriapagana.it/spesalvi48.html

Dal titolo:
La Pietas di Roma Antica e la violenza cristiana!
Purgatorio, indulgenze ed espiazione nel cristianesimo.
L’ideologia del rimpianto come controllo delle persone.
La superstizione di Ratzinger e la superstizione dei Maccabei.


Spe Salvi di Ratzinger
Commento al quarantottesimo paragrafo

Vi presento due estratti:

Scrive Ratzinger nel quarantottesimo paragrafo dell’enciclica Spe Salvi:

“Un motivo ancora deve essere qui menzionato, perché è importante per la prassi della speranza cristiana. Nell'antico giudaismo esiste pure il pensiero che si possa venire in aiuto ai defunti nella loro condizione intermedia per mezzo della preghiera (cfr per esempio 2 Mac 12,38-45: I secolo a.C.). La prassi corrispondente è stata adottata dai cristiani con molta naturalezza ed è comune alla Chiesa orientale ed occidentale. L'Oriente non conosce una sofferenza purificatrice ed espiatrice delle anime nell'« aldilà », ma conosce, sì, diversi gradi di beatitudine o anche di sofferenza nella condizione intermedia. Alle anime dei defunti, tuttavia, può essere dato « ristoro e refrigerio » mediante l'Eucaristia, la preghiera e l'elemosina.”

Dal dizionario di Antichità Classica Garzanti la parola Parentalia:

“Solennità pubblica, celebrata presso i romani in onore e in commemorazione dei parenti o dei cittadini defunti come estensione della parentatio o culto domestico dei defunti nel giorno anniversario della loro morte. I Parentalia duravano alcuni giorni (13-21 febbraio), di cui l’ultimo (Feralia) era il più solenne. Sorsero anche fondazioni speciali per assicurare la loro celebrazione in onore di determinate persone defunte. Il poeta Ausonio raccolse sotto il titolo Parentalia una trentina di suoi poemetti elegiaci.”

E ancora, dallo steso dizionario, la parola Mani:

“ (lat. Manes) nelle credenze romane le anime dei morti. Sono menzionate per antifrasi con un’antica parola latina che significa “i benevolenti” (secondo Varrone da manus, equivalente di bonus). I Mani erano oggetto di culto: si offrivano loro vino, miele, latte e fiori. Erano loro dedicate in particolare due feste dette rispettivamente Rosaria (o violaria), perché in tale ricorrenza si adornavano le tombe con rose e viole, e parentalia nei giorni 13-21 febbraio. [...] Accanto al culto familiare vi era dunque un culto pubblico dei Mani, considerati divinità i cui diritti erano sacrosanti (Deorum Manium iura sancta sunto, era scritto nelle Dodici tavole).”

Dunque, i defunti erano onorati in quanto Dèi. In quanto coloro che, proprio perché hanno vissuto, sono diventati degli Dèi. Onorare non significava far commercio con i defunti. Significava imporre a sé stessi un comportamento onorevole che permettesse, ad ognuno di noi, di diventare un DIO!

I primi cristiani rubano questa tradizione all’antica religione. Non è vero quello che dice Ratzinger che fa risalire la tradizione ai Maccabei. I primi cristiani erano analfabeti e imposero le loro credenze di morte e di distruzione sopra le tradizioni antiche Romane che depredarono.

Un conto è onorare chi ha costruito il nostro presente e, attraverso quell’onore, impegnarci a nostra volta a costruire un futuro migliore e un conto è la superstizione dei cristiani. Il passo citato da Ratzinger si inquadra in una cornice superstiziosa che attribuisce gli effetti del presente ad una causa esoterica. Si legge nel passo citato da Ratzinger:

“Allora Giuda, radunato l’esercito, lo condusse nella località di Odollam, e sopraggiunto il settimo giorno della settimana, purificatisi secondo il rito, celebrarono in quel medesimo luogo il sabato. Il giorno seguente alcuni si presentarono a Giuda, come la necessità del momento lo richiedeva, per prendere i corpi dei caduti per seppellirli con i loro parenti nelle tombe paterne. Sotto le tuniche degli uccisi trovarono degli oggetti consacrati agli idoli di Jamnia, cosa che la legge proibisce a tutti i giudei, e tutti compresero che questa era stata la causa della loro morte. continua.............


E ancora:

“Le indulgenze che si ottengono nella chiesa del Laterano, sono così numerose, che solo dio conosce il loro numero. Nel giorno in cui in Laterano si espongono le teste degli apostoli Pietro e Paolo, i romani guadagnano 3.000 anni, gli abitanti delle regioni attorno a Roma 6.000 anni, tutte le altre popolazioni ben 12.000 anni di remissione. Allorché papa Gregorio I consacrò la chiesa del Laterano, approvò tante indulgenze quante sono le gocce che cadono in una pioggia che duri tre giorni e tre notti. Chiunque, con pia devozione, salga i gradini di sa Pietro, ottiene, per ogni gradino 1.000 anni di indulgenze; nella medesima basilica si ottengono 4.000 anni di indulgenze presso l’altare sotto cui riposano i corpi degli apostoli e 14.000 anni all’altare maggiore del coro, dove nel contempo si può liberare un’anima dal purgatorio. Nella chiesa di Maria Maggiore si ottengono 12.000 anni di remissione, durante tutte le feste mariane; nella chiesa di san Sebastiano si ottengono 48.000 anni di indulgenze; in quella di Aracoeli 60.000 anni, mentre nella chiesa di santa Maria del Popolo l’indulgenza sale a 555.293 anni e 285 giorni.”

----------fine estratti----------

Il discorso per intero e il resto lo leggete all’indirizzo:
http://www.stregoneriapagana.it/spesalvi48.html

Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
e-mail claudiosimeoni@libero.it

Nessun commento:

Posta un commento