giovedì 10 luglio 2008

Libido, potenza d'unione

Ho caricato la seconda pagina in relazione alla Libido e alla psicanalisi:

“LIBIDO, POTENZA D’UNIONE. Psicanalisi, psichiatria e Stregoneria Seconda parte”
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Ricordando che:
Per il dizionario di Psicologia la libido è:
“un termine latino, che significa “desiderio”, impiegato da S. Freud per designare l’energia corrispondente all’aspetto psichico della pulsione sessuale, e da C. C. Jung per designare l’energia psichica in generale presente in tutto ciò che è appetitus o “tendenza verso”, non necessariamente sessuale.”
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Vi invio un breve estratto. Tutto il pezzo, qualora foste interessati, lo trovate all’indirizzo:

http://www.stregoneriapagana.it/libido2.html


----estratto----

La libido è la vita; il desiderio è la forza che spinge la totalità dell’individuo. La libido spinge ogni azione, ogni intento e ha la sua apoteosi nella relazione sessuale adulta. La libido spinge per il piacere: nell’attività fisica, nell’attività astratta, intellettuale e artistica, nell’attività sessuale. Ma la libido ha la sua apoteosi nel crescita e nell’espansione dell’individuo: la crescita fisica, la crescita relazionale, la crescita della consapevolezza soggettiva. Nutrimento, tenerezza e calore, sono aspetti della sessualità.
Sulle braccia degli Esseri Umani e sulle guance esistono una serie di terminazioni nervose che trasmettono le sensazioni piacevoli delle carezze al cervello e alla struttura emotiva. La stessa pelle dell’Essere Umano è una struttura percettiva che ha preceduto la vista nella costruzione delle sensazioni emotive. La libido trova nella pelle, nella carne, la sua espressione. Ma non solo la carne, nei cinque sensi. Cinque sensi che, invece, sono ventuno o anche di più. Dai ventuno sensi si sprigiona la libido e la libido cerca il piacere. Ogni reazione col mondo data dai sensi è una relazione sessuale che si fissa sulla struttura emotiva e crea l’esperienza soggettiva attraverso la quale fondare le relazioni con il mondo.
La libido è desiderio, sempre e diffuso, qualitativamente e quantitativamente intenso; coinvolgente capace di destrutturare la struttura emotiva dell’individuo per poi ristrutturarla in maniera diversa conglobando l’esperienza emotiva raggiunta.

“Anche se non acquista subito la vera conoscenza degli altri o la dualità dei sessi, il bambino è diversamente sensibilizzato alle figure materna e paterna, e la sua evoluzione psicologica sarà dominata per lungo tempo dalla progressiva scoperta della polarità padre-madre e dalle relazioni fraterne fatte di gelosia e imitazione. Tutti questi desideri e queste richieste troveranno più tardi espressione più adeguata nei legami sessuali. E’ questo il motivo per cui si può parlare, a buon diritto e fin dallo stadio dell’infanzia, della libido, della pulsione sessuale, contraddistinta dal principio del piacere. E poiché questa pulsione costituisce la dinamica di tutta la vita psichica del bambino e poiché è essa che lo orienta verso gli altri e verso il mondo, si comprende come essa rappresenti il destino fondamentale dell’uomo e come le sue vicissitudini iniziali condizionano tutta la storia delle nostre relazioni con gli altri e col mondo. Le vicissitudini della libido ci sono state descritte da Freud, nel 1914, nel suo studio sul narcisismo. Egli ci spiega come essa si espande nell’uomo normale e come, sotto l’influsso dell’angoscia, possa ritirarsi e piegarsi su sé stessa, sino a tagliare completamente i ponti che collegano l’uomo all’universo: è questo il destino dello schizofrenico.” Huber Vergote/Piron “La psicanalisi scienza dell’uomo” ed. Borla Editore 1968

In ogni fase della vita, anche quando l’Essere Umano vive nell’utero materno, la libido costruisce le relazioni fra il feto e la madre attraverso relazioni empatiche che permettono al bambino di soggettivare gli imput emotivi provenienti dalla madre anche, e specialmente, quando gli imput emotivi della madre sono risposte a fenomeni o situazioni esterne di cui il feto non ha né esperienza né conoscenza. Quella relazione empatica di fusione emotiva è l’azione della libido che nella ricerca continua del piacere costringe il feto a mettere in atto i suoi adattamenti soggettivi alle sollecitazioni incontrate. Siano sensazioni gradevoli, condizioni favorevoli di dilatazione soggettiva, o sgradevoli, impedimenti alla dilatazione del feto o contrazioni dovute ad ansia, angoscia o paura della madre.
L’espressione della libido nella ricerca del piacere nel bambino appena nato è talmente potente che la sua capacità di soggettivare le informazioni del mondo non ha uguali, per intensità, nel corso di tutta la sua vita. La libido spinge il bambino nella direzione del piacere: il piacere che nella pancia della madre era la crescita come risposta soggettiva alle tensioni emotive che riceveva, appena nato è la crescita fisica unita all’apprendimento e allo sviluppo della sua capacità di comprendere il mondo. Ogni comprensione si manifesta dentro di lui come un’esplosione di piacere e le interazioni con la madre continuano quelle relazioni che ha costruito nell’utero materno. Libido e piacere; un piacere che gli viene spento quando il pensiero apriori, manifestato dagli atteggiamenti della madre e delle persone vicina, determina la selezione dei fenomeni che gli “adulti” ritengono debbano giungere a lui. Gli adulti selezionano, per il bambino, i fenomeni “adeguati” che devono giungere al bambino. La formazione della conoscenza del bambino è aperta ad un “infinito” numero di possibilità; la “conoscenza” degli adulti è chiusa entro un numero limitato di possibilità. Ma sono gli adulti che determinano la qualità dei fenomeni privando il bambino di quella totalità fenomenologica alla quale l’individuo adulto è già stato costretto a rinunciare.


----fine estratto----


Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
e-mail claudiosimeoni@libero.it

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