martedì 2 ottobre 2012

Esiodo e la scienza che conferma la realtà del mito nella Teogonia


E’ impressionante come la scienza dimostri continuamente che la visione esiodea (che è la visione degli antichi Hittiti e dei Sumeri) sia coerente col divenire dell’universo.
Ci racconta Esiodo nella teogonia:

Dunque, per primo fu Caos, e poi
Gaia dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti
gli immortali che tengono la vetta nevosa d'Olimpo,
e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade
“Da Caos nacquero Erebo e nera Notte.
Da notte provennero Etere e Giorno
che lei concepì a Erebo unita in amore.”
Gaia per primo generò, simile a sé,
Urano Stellato, che l'avvolgesse tutta d'intorno,
che fosse ai beati sede sicura per sempre.
Generò i monti grandi , grato soggiorno alle dee
Ninfe che hanno dimora sui monti ricchi d'anfratti;
essa generò anche il mare infecondo, di gonfiore furente,
Ponto, senza amore gradito;[…] 


L’alba dell’universo.
Riuscire a capire il momento in cui l’universo è germinato nascendo nel mondo. Un universo in cui germinano coscienze che generano, trasformazione dopo trasformazione, le condizioni per le quali quelkla che noi, figli di Zeus, chiamiamo vita.
L’alba di Nera Notte.
Quando i Titani forgiavano il mondo che sarà.
La scienza studia il momento del venir in essere del mondo e dell’universo e trova i meccanismi della vita delle antiche religioni.
Nessun dio creatore all’inizio del mondo, ma una vita che si dispiega in tutto il suo potenziale.
L’Età Oscura, l’era di Nera Notte quando quell’utero della vita partoriva le galassie.
Quell’utero della vita che partoriva le galassie di Urano Stellato con cui Gaia, unita in amore, generava la vita per trasformare l’inconsapevole in consapevole.
E la scienza scopre la realtà del mito.
Come in questo articolo che prelevo da La Repubblica:

La galassia all'alba dell'universo
è il corpo celeste dell'Età oscura
E' il più giovane mai osservato prima d'ora. Secondo gli esperti, dovrebbe risalire al periodo successivo al Big Bang


L'OCCHIO umano non si era mai spinto così lontano, a circa 13,2 miliardi di anni luce da noi. Nello spazio profondo è stata intercettata la galassia più lontana di sempre. Il corpo celeste risale a quando l'universo aveva "solo" 490 milioni di anni. A scoprire questo antichissimo oggetto celeste sono stati i ricercatori che collaborano al progetto di ricerca Clash (Cluster Lensing And Supernova survey with Hubble) a cui partecipano astronomi Inaf attraverso due programmi Prin coordinati da Massimo Meneghetti (Inaf - Osservatorio Astronomico di Bologna) e da Mario Nonino (Inaf - Osservatorio Astronomico di Trieste).
La scoperta di questa galassia così remota, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Nature, è di grande utilità anche per ottenere nuove informazioni su una fase nell'evoluzione dell'Universo tanto importante quanto ancora poco conosciuta, che prende il nome di Età Oscura (Cosmic Dark Age). Una fase in cui l'Universo era avvolto da una nebbia di idrogeno neutro, in grado di assorbire la radiazione luminosa.
L'Età Oscura si concluse quando si formarono le prime stelle e la loro intensa radiazione ultravioletta rese lentamente trasparente la nebbia, tra 150 e 800 milioni di anni dopo il Big Bang, permettendo così alla luce delle stelle di propagarsi nel cosmo e arrivare, dopo un lunghissimo viaggio, fino a noi. "Quella presentata nel nostro lavoro è la più convincente osservazione di una galassia a distanze così elevate fatta fino a oggi", ha commentato Mario Nonino.
La giovane galassia è stata individuata dietro il gigantesco ammasso di galassie denominato "MACS1149+2223" grazie alle riprese dei telescopi spaziali Hubble e Spitzer sfruttando il fenomeno della lente gravitazionale forte. Questo ammasso di galassie, grande circa 2,5 milioni di miliardi di volte il Sole, ha svolto la funzione di telescopio gravitazionale, consentendo ai ricercatori di focalizzare la debole luce proveniente da una galassia ancora più distante, amplificandola di ben 15 volte. Un effetto predetto dalla Teoria della Relatività Generale di Einstein, secondo cui la materia contenuta nelle strutture cosmiche è in grado di curvare la traiettoria di fotoni provenienti da sorgenti più lontane.
"La scoperta di una galassia, che sulla base delle nostre osservazioni è stata scorta quando l'Universo è verso la fine dalla cosiddetta Cosmic Dark Age, mostra come l'approccio di sfruttare l'amplificazione degli ammassi sia estremamente efficiente per osservare l'Universo primordiale - afferma Mario Nonino. Questo metodo potrà essere ulteriormente sfruttato per ottenere osservazioni più dettagliate sia con telescopi attuali, come Alma, che con quelli di prossima generazione come l'europeo E-Elt (European Extremely Large Telescope) e il Jwst (James Webb Space Telescope), il successore di Hubble".
(19 settembre 2012) 

Tratto da:

http://www.repubblica.it/scienze/2012/09/19/news/vista_la_galassia_all_alba_dell_universo_un_corpo_celeste_dell_et_oscura-42861067/

La realtà del mito precedente a Platone è una realtà che prende sempre più corpo nella ricerca scientifica.
Le scoperte scientifiche dimostrano la realtà del mito mentre nessuna conferma alle farneticazioni di natura patologica del cristianesimo.
Per approfondire Esiodo:

http://www.federazionepagana.it/indesiodo.html

Nessun dio creatore all’inizio dell’universo, ma un’energia le cui caratteristiche sono quelle di trasformarsi da inconsapevole in consapevole e, questo processo di trasformazione proprio della struttura dell’energia-materia, è quello che ci ha generati e che, seguendo le strategie di espansione, ci permette, come individui della Natura, di diventare eterni assieme all’intero universo


03 ottobre 2012
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it



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