giovedì 28 febbraio 2013

Depressione, Stregoneria e il togliersi dal centro del mondo

La Stregoneria è arte di abitare il mondo.
A volte ci sono ricerche scientifiche capaci di confermare le visioni della Stregoneria.

Il Crogiolo dello Stregone è caratterizzato da 19 elementi che ne costituiscono la struttura. Per praticare Stregoneria è necessario che l’individuo modifichi il proprio essere nel mondo rispetto all’educazione che ha ricevuto dal cristianesimo.
L’individuo, educato dai cristiani, si identifica nel dio padrone cristiano, nel Gesù dei cristiani attraverso un rapporto personale ed esclusivo col suo dio padrone. Il dio padrone per il cristiano altro non è che la sua proiezione psichica del proprio delirio di onnipotenza. Il cristiano delira attraverso l’identificazione col proprio dio padrone. Il cristiano è al centro del mondo e tutto l’universo gira attorno a lui perché egli è il dio padrone. La sua voce e la sua volontà.

Per praticare Stregoneria è necessario togliersi da centro del mondo: è necessario uccidere quel tipo di educazione con cui il cristiano si è separato dal mondo elevandosi al di sopra di esso.

Per questo ho scritto che la vita costringe l’individuo, educato cristianamente, a fare i conti col proprio delirio di onnipotenza e spesso costringe i deliranti a fare i conti col proprio delirio.

Fare i conti col proprio delirio significa entrare in depressione e per uscire dalla depressione è necessario uccidere l’educazione cristiana ricevuta togliendoci dal centro del mondo.

Ho scritto:

http://www.federazionepagana.it/uscita_depressione_odissea.html

Ho accostato il depresso nella sofferenza al viaggio di Odisseo, Ulisse, nella trasformazione che lo porta a Togliersi dal Centro del Mondo.
La scienza fotografa uno stato in essere dell’individuo, non definire le regole del mutamento.
La scienza rileva che nell’individuo depresso non funziona l’inganno cognitivo, che il cristianesimo impone mediante l’educazione, di essere al centro del mondo. Di essere “meglio di come siamo”.

Riporto dal giornale La Repubblica:

Ci sentiamo superiori, ma non è così: un "bug" nel cervello ce lo fa credere
Uno studio dell'Istituto giapponese di Scienze Radiologiche illustra come un inganno cognitivo agisca sull'autopercezione della persona: facendoci sentire meglio di come siamo. I depressi non ne sarebbero affetti. E la scoperta potrebbe portare a nuove soluzioni per la cura del disturbo

CREDI di essere più bravo degli altri a guidare, o di cucinare con risultati sopra la media, o di essere un asso del multitasking, gestendo mille attività al computer. Ma è pura illusione: una sensazione di superiorità data un "baco" che colpisce la maggioranza delle persone scovato nel cervello grazie ad una ricerca pubblicata sulla rivista Pnas e condotta da Makiko Yamada del Molecular Imaging Center, presso l'Istituto Nazionale giapponese di Scienze Radiologiche.

Depressi ma non illusi. La scoperta può avere applicazioni nella cura della depressione. In un certo senso i depressi risultano meno "illusi" sul proprio conto. Questo perché la maggior parte delle persone valuta se stessa superiore alla media, un autoinganno cognitivo chiamato, appunto, illusione di superiorità. I ricercatori nipponici ne hanno scoperto l'origine: l'illusione è determinata dall'interazione tra due regioni del cervello, lo striato e la corteccia frontale e regolata dal cosiddetto neurotrasmettitore del piacere, la dopamina. "Il grado individuale di illusione di superiorità" spiega Yamada, "è misurabile con un test cognitivo. Dopo aver fatto questo su un campione di 26 individui i ricercatori ne hanno osservato il cervello con la risonanza e visto che tale illusione è creata da un certo pattern di attività in aree neurali chiave per provare soddisfazione e piacere. Nonchè per il controllo dei comportamenti.

Realismo depressivo. Ma c'è di più: i ricercatori hanno scoperto che individui anche moderatamente depressi non cadono nell'illusione di superiorità, aspetto che conferma il cosiddetto realismo depressivo. Ovvero, che i depressi sono più realisti delle persone sane. "I depressi hanno una visione più realista di se stessi", precisa Yamada, "E quando sono depressi gravi, hanno una visione pessimista. La nostra scoperta quindi, indica che alla base del realismo depressivo possa esserci proprio l'incapacità di illudersi di essere sopra la media". Spiega ancora lo scienziato, aprendo la porta a possibili evoluzioni pratiche della scoperta: "Questi meccanismi neurali da noi scoperti potrebbero divenire il bersaglio di nuove terapie antidepressive".

(26 febbraio 2013)

Tratto da:
http://www.repubblica.it/scienze/2013/02/26/news/ci_sentiamo_superiori_ma_non_cos_un_bug_nel_cervello_ce_lo_fa_credere-53484474/?ref=HREC2-7

La scienza si è dimenticata di osservare il depresso nella sua uscita dallo stato depressivo.
Il depresso che esce dallo stato depressivo annienta il suo essere la centro del mondo, ma sostituisce l’idea di vivere come centro del mondo con l’idea di vivere per sé. E’ proprio perché si toglie dal centro del mondo che inizia a vivere. Finalmente può abitare il mondo. Ora diventa realista perché si è liberato dall’illusione di onnipotenza sulla quale i cristiani lo hanno costretto ad organizzare la sua vita.
E’ col vivere che terminano le peripezie di Odisseo. Ulisse è partito come un grande re, con molte navi e molti armati osannato e trionfante, ed è tornato ad Itaca come un accattone che fa a pugni con un mendicante per contendersi il cibo. Da quel momento inizia, per Ulisse, un’altra vita.

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28 febbraio 2013
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
Tel. 3277862784
e-mail claudiosimeoni@libero.it

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